Approfondimenti - Agosto 4, 2023
Avv. Lucia Italia spiega il meccanismo TARI a Mascalucia.
L’avv. Concetta Lucia Italia è una profonda conoscitrice dei meccanismi Tari e di tutti gli iter che rendono poco comprensibile e ostico alle persone, il complesso funzionamento. Le abbiamo chiesto, usando pochi tecnicismi di spiegarci a cosa sono dovuti gli enormi aumenti che si sono susseguiti negli anni, se sono giustificati e se il Comune […]
Di Giuseppe Reina

L’avv. Concetta Lucia Italia è una profonda conoscitrice dei meccanismi Tari e di tutti gli iter che rendono poco comprensibile e ostico alle persone, il complesso funzionamento.
Le abbiamo chiesto, usando pochi tecnicismi di spiegarci a cosa sono dovuti gli enormi aumenti che si sono susseguiti negli anni, se sono giustificati e se il Comune di Mascalucia ha ben agito.
Un’intervista molto esauriente e completa, ma soprattutto a cuore aperto.
Avvocato Italia, buongiorno. Senza ulteriori perdite di tempo, cosa ci può dire della Tari e di tutto quello che sta succedendo?
Dall’anno 2019 si è verificato un cambio di metodologia rispetto al passato nella determinazione delle tariffe TARI, elaborato e regolamentato da ARERA (Acronimo di Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente, l’ARERA è un organismo indipendente istituito con la legge numero 481 del 1995 di liberalizzazione del mercato dell’energia e del gas. Si tratta di un organo collegiale composto dal Presidente e da quattro membri (nominati con decreto del Presidente della Repubblica) che restano in carica per sette anni e che non sono rinnovabili. Questa autorità amministrativa indipendente svolge una fondamentale attività di regolazione e di controllo negli ambiti dell’energia elettrica e del gas naturale, oltre che nei settori dei servizi idrici, del ciclo dei rifiuti e del telecalore: basti pensare che spetta proprio all’Autorità stabilire ogni tre mesi il costo dell’energia elettrica e del gas nel mercato tutelato. Ecco una breve guida per conoscere le funzioni di cui è investita l’Autorità e per comprendere l’importanza della sua attività di tutela dei consumatori e di promozione della concorrenza e dell’offerta di servizi di qualità, nda)
Innanzi tutto chiariamo che il PEF (piano economico finanziario) è uno schema che permette la rilevazione dei costi efficienti del servizio di gestione e smaltimento dei rifiuti urbani.
Prima del 2019 la determinazione delle tariffe era definita da una modellazione che si basava sulla valorizzazione di uno schema di costi e ricavi.
Questo è stato modificato da ARERA attraverso la delibera n. 443 del 2019, che ha rielaborato il vecchio modello in uno nuovo, chiamato “Metodo Tariffario Rifiuti” (abbreviato MTR) per il calcolo dei costi efficienti ed ha costretto i Comuni ad affrontare la regolazione di ARERA attraverso l’applicazione di una rendicontazione analitica, che spesso non è’ presente negli Enti e che rende ostica anche la gestione di casi particolari o di eventuali criticità, come la revisione stessa del PEF.
Il nuovo metodo tariffario ha imposto ai Comuni la programmazione di un PEF quadriennale dal 2022 al 2025 con possibilità di revisione nel secondo biennio (a partire dal 2024 allorquando i costi del biennio 2022 e 2023 sono certi perché supportati dai bilanci consuntivi).
Tuttavia, può accadere che i costi effettivi del 2022 e quelli previsionali per l’anno 2023 risultano superiori a quanto programmato nel Pef pluriennale 2022/2025, tali da minare gli equilibri economico finanziari della maggior parte delle gestioni se non si procede alla revisione del Pef nel 2023 e quindi anticipatamente rispetto ai termini fissati da ARERA (2024) per allineare il costo del servizio nel PEF con le entrate TARI.
Il problema è che tecnicamente tale revisione nel Pef 2023 è difficile farla.
E allora dobbiamo abituarci a questi aumenti periodi dovuti alla revisione, anche se usata, in maniera discrezionale dai Comuni?
Sebbene la delibera 363/2021 richiami la possibilità di una revisione “infra-periodo” del PEF, presentabile in qualsiasi momento del periodo regolatorio se ritenuto necessario dall’E.T.C. (ente territorialmente competente che nel nostro caso è la SRR) al verificarsi di cause straordinarie che possono pregiudicare gli obiettivi del piano stesso, questa revisione non può concretizzarsi in una revisione del valore complessivo del PEF dovendosi dare una rappresentazione analitica di tutti i costi e di quelli specificatamente che rappresentano la minaccia degli equilibri di bilancio.
Le casistiche secondo ARERA che possono portare alla revisione dei modelli PEF gia approvati sono:
- Avvicendamento gestionale, ossia il cambio del gestore nelle annualità oggetto di applicazione della tariffa (e non è il caso di Mascalucia).
- Squilibrio economico-finanziario, riconducibile allo spropositato aumento dei costi per i conferimenti (CTS e CTR), come ad esempio la chiusura di un centro per il conferimento con conseguente aumento del costo di trasporto per procedere con i conferimenti lontano dal territorio (sembrerebbe questa la giustificazione addotta dal Comune di Mascalucia).
- Passaggio da TARI tributo a tariffa corrispettiva (non è il caso di Mascalucia).
- Intensa variazione dei livelli di qualità (certamente non è il caso di Mascalucia)
Ad esclusione dei superiori casi, la gestione della maggiorazione sarà oggetto della valorizzazione del PEF nelle annualità 2024-2025.
Dunque, a Mascalucia, possiamo metterci il cuore in pace?
Qualora si verifichi una delle possibilità sopra elencate, previa istanza motivata all’Autorità (ARERA) di revisione infra periodo della predisposizione tariffaria per la presenza di eventi straordinari, il modello potrebbe essere riaperto e la maggiorazione di costo inserita in forma aggregata all’interno della componente COI di competenza del 2023 (ovvero Valutazione dei costi operativi incentivanti per il raggiungimento dei target di miglioramento del servizio).
Tuttavia non è dato sapere cosa sia successo a Mascalucia visto un incremento corposo dei costi che non ha consentito di evitare o postergare l’aumento TARI.
Ma l’Amministrazione allora, ha ben agito oppure, come al solito, “meglio l’uovo oggi che la gallina domani”?
Se fossero solo i maggiori costi sostenuti per l’aumento a sua volta del costo del conferimento dei rifiuti indifferenziati (unica possibilità per riaprire il PEF) non si potrebbe raggiungere la cifra indicata nel PEF 2023, pari quasi a 20% in più rispetto al PEF 2022 per due ordini di ragione
Il Comune ha proclamato altissimi livelli di percentuali di raccolta differenziata raggiunta.
Tale evenienza comporta un minor conferimento in discarica dei rifiuti raccolti e quindi il passaggio da un costo di circa € 100 a tonnellata al costo di € 380 a tonnellata verrebbe ammortizzato (se non in tutto in buona parte) dal minor conferimento
Mascalucia passa da una percentuale di raccolta differenziata del 49,32% a dicembre 2021 a una percentuale del 76,07 a dicembre 2022 in costante aumento nel 2023.
Tradotto conferisce in discarica il 30% in meno rispetto al 2021.
Inoltre l’aumento della Raccolta differenziata comporta un maggior riconoscimento di proventi da parte dei consorzi di filiera al Comune di Mascalucia
Minor costo di conferimento in discarica ( peri minori quantitativi conferiti) più i maggiori proventi riconosciuti al Comune non giustificherebbe l’aumento della TARI nella misura contabilizzata di oltre un milione di €
Infine si è letto che i cittadini non risentiranno di tale aumento in quanto la platea dei pagatori è più ampia per incremento demografico.
Mai sentita una simile sciocchezza.
Quindi, secondo Lei, il Comune di Mascalucia, poteva prendere tempo e magari evitare di fare qualche ridicola esternazione?
L’amministrazione per minimizzare la gravità dell’aumento Tari ha esternato una maggiore platea di utenti su cui spalmare l’intero costo del servizio ma appare evidente che la platea del 2023 é la medesima del 2022 e d’altronde non si comprenderebbe perché rispetto al 2022 la platea 2023 dovrebbe essere più ampia.
Delle due l’una, o nel 2022 vi sono stati errori e i cittadini hanno pagato di più in quanto una parte non è stata raggiunta dalla Tari o nel 2023 la platea è la medesima.
Si segnala che la Regione Sicilia a copertura dei maggiori costi sostenuti dai Comuni per lo smaltimento dei rifiuti fuori regione ha stanziato 45 milioni di € tra cui rientra Mascalucia che quindi recupera dai cittadini attraverso la TARI i palesati maggiori costi sostenuti e poi riceve il contributo regionale per la medesima ragione.
Lo stanziamento regionale trova giustificazione proprio per non far alterare i bilanci comunali ed evitare l’aumento della TARI.
Grazie, avvocato Italia, la situazione è ora, più chiara.
Giuseppe Reina
Editor Mascalucia DOC AC
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