Cultura - Novembre 22, 2022
Carissimo Neddu… LE MISSIVE DURANTE LA PRIMA GUERRA MONDIALE
Oggi vi propongo tre cartoline in mio possesso, scritte durante il periodo bellico della prima guerra mondiale. Due scritte credo da due fratelli mascaluciesi al fratello ancora non richiamato alle armi. La terza scritta da Don Ignazio Paternò di Spedalotto. Occorre puntualizzare che la corrispondenza epistolare durante la Grande Guerra assumeva per il milite un […]
Di mascaluciadoc@virgilio.it

Oggi vi propongo tre cartoline in mio possesso, scritte durante il periodo bellico della prima guerra mondiale. Due scritte credo da due fratelli mascaluciesi al fratello ancora non richiamato alle armi. La terza scritta da Don Ignazio Paternò di Spedalotto. Occorre puntualizzare che la corrispondenza epistolare durante la Grande Guerra assumeva per il milite un valore inestimabile. Mantenere i rapporti familiari e il contatto con la vita e la propria identità soprattutto quando si era al fronte, serviva ai soldati, lontani dai propri affetti a sentirsi vivi loro stessi e non soltanto emotivamente. Alla posta ricevuta da casa si attribuirà infatti il potere di un formidabile talismano in grado di proteggere dalla morte (F.Caffarena Lettere dalla Grande Guerra Ediz. Unicopli, Milano 2005). Il sollievo nel ricevere notizie da casa non conosceva differenze di grado e anzi concorreva a creare quella comunità di combattenti che si sviluppava con la condivisione della realtà quotidiana della guerra. I ragazzi al fronte non lasciavano a casa solo i genitori, ma anche mogli, fidanzate, figli, fratelli i parenti tutti. Era necessario pertanto comunicare di stare bene, di avere notizie, di raccontare loro delle proprie vicissitudini. Per farlo, ai militari fu concessa la possibilità di spedire senza affrancare, l’ utilizzo di apposite cartoline create a tale scopo:
(8 maggio 1916)
Da: sottotenente Vito Pappalardo 240° battaglione presidiario A: Mariano Pappalardo Mascalucia
Carissimo Neddu,
ho ricevuto la tua lettera, godo che tutti stiate bene. Ieri fui ad Acireale per andare a sentire 3 militari detenuti in quel carcere e di cui io sono avvocato. Se sapevo sarei andato ad informarmi se in quelle liste figuravate voi e per quando. Non capisco come mai al Municipio non sapessero nulla perché una copia delle liste resta a loro. In quanto alla (bacteriologia?) mi sembra difficile. Vedrò oggi la circolare e ti scriverò domani. Baci Vito


( 7 giugno 1917)
Da: sottotenente Nicola Pappalardo 656° battaglione assedio Verona A: Mariano Pappalardo Mascalucia
Neddu Carissimo,
ho ricevuto la tua cara lettera e godo immensamente dell’ ottimo stato di vostra salute come altresì posso assicurarti di me. Son due giorni che piove e a Mascalucia? Spero anche. Per adesso niente di nuovo ti terrò informato di tutto. Saluti alla cognata Baci a te ed cari bambini. Cola.


(12 giugno 1918)
Da: S.Tenente di artiglieria zona di guerra Paternò di Spedalotto A: Baronessa Silvia Vannucci Palermo
Carissima Silvietta,
scrivo presto presto due parole per ringraziarti delle due ottime tavolette di cioccolatta che mi portò ieri Ugo Oddo. Tra 2 o 3 giorni spero prendere il volo per una licenza di solo 8 giorni meglio questo che niente. Ogni ficateddu… è sostanza! Ugo mi ha raccomandato le gesta e le demenzie di G.Valenti che mi hanno fatto ridere con le lacrime!! Il morale di Ugo non mi sembra più quello di prima. Non capisco perché Achille non fa ancora la domanda per gli esami. Affettuosi abbracci anche a …. Grazie di nuovo assai assai. Ignazio.


La grande guerra coinvolse, tutti i cittadini, di qualunque ceto sociale, imponendo sacrifici e sconvolgendo equilibri familiari.
Per quanto riguarda la storia della Sicilia nella Grande Guerra ancora oggi è necessario colmare una grave lacuna storiografica. Il fatto che la Sicilia fosse una regione lontana dal fronte non deve indurci a ritenere che la partecipazione della popolazione isolana allo sforzo bellico sia sta irrilevante. La quantità di richiamati alle armi (il contingente più alto tra le regioni meridionali), il numero di caduti (oltre 50.000), la presenza di decine di migliaia di profughi e prigionieri, la centralità della produzione agricola siciliana per gli approvvigionamenti dell’esercito smentiscono lo stereotipo diffuso di una guerra prevalentemente “settentrionale” (M. Bonomo, G. Poidomani – l’Italia Chiamò – Carocci editore).
Giuseppe Alario Spadaro
per conto Mascalucia DOC
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