Satira - Dicembre 13, 2021

Cronache di Mascalcìa/10 : La strega Voraci.

Stava in antro tetro ed oscuro, laida megera partorita dai più profondi abissi degli Inferi. Essa praticava la magia nera, la stregoneria e le arti occulte, ma era dedita anche al pettegolezzo, al servilismo a fini propri ed alla spudoratezza del linguaggio. Più che di sesso femmineo, appariva un’informe massa gelatinosa a metà tra le […]
Di mascaluciadoc@virgilio.it

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Stava in antro tetro ed oscuro, laida megera partorita dai più profondi abissi degli Inferi.

Essa praticava la magia nera, la stregoneria e le arti occulte, ma era dedita anche al pettegolezzo, al servilismo a fini propri ed alla spudoratezza del linguaggio.

Più che di sesso femmineo, appariva un’informe massa gelatinosa a metà tra le sacre vacche turulifensis e l’unicorno acitanus.

Nessuno osava comparire al suo cospetto ed i pochi impavidi che non la temevano, sapevano che la loro temerarietà sarebbe stata punita con insulti, rantoli di fonemi “vulgaris modo” e gutturali esortazioni al Divino Amor Proprio.

Proprio per indurla all’esilio laddove non potesse nuocere ad alcuno, la Strega Voraci, così soprannominata per l’ingordigia delle fauci e per i rigurgiti che la visione orrenda provocava, Re Enzù’ decise di rinchiuderla in “secreti loci”, onde contenere la diffusione di cotanta bruttezza di spirito.

Ma tale miscuglio obbrobrioso si ri-materializzava per non so quale arcano sortilegio quando si approssimavano le elezioni dei Grandissimi Figli di Gran Feudatario oppure quando si trattava di spartire beni e robe materiali.

Ah povera di spirito

Ah coacervo di spregiudicata millanteria

Ah penosa ridondanza minimalista.

Dedita alla ricerca di materiali per la creazione delle sue pozioni magiche, la fattucchiera emetteva malocchi ed anatemi ai danni altrui.

Ma il fato sarà galantuomo ed ad ogni maledizione ne contraccambi dieci, cento , mille affinché tale orda bestiale e barbarica sia cancellata dal regno.

Ite.

E grattatevi le pruriginose e sacre rotondità che non si sa mai.

L’Abate Pietà.

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