Studi e ricerche - Febbraio 26, 2018
Il secondo dopoguerra, la speculazione edilizia e la fine di un secolo.
Questo periodo che va dalla metà degli anni ’60 e la fine degli anni ’80, portò ad un profondo cambiamento non solo dell’Italia, ma anche di Mascalucia. In Italia, la fase del boom economico si andava pian piano esaurendo e già si intravvedevano i primi segnali della crisi e dello sconvolgimento che avrebbe scosso la […]
Di Giulio Pappa

Questo periodo che va dalla metà degli anni ’60 e la fine degli anni ’80, portò ad un profondo cambiamento non solo dell’Italia, ma anche di Mascalucia.
In Italia, la fase del boom economico si andava pian piano esaurendo e già si intravvedevano i primi segnali della crisi e dello sconvolgimento che avrebbe scosso la nostra società ed avrebbe dato inizio ad uno dei periodi più bui della nostra società con il rapimento Moro e con le stragi degli anni di piombo.
In campo internazionale la guerra fredda si protraeva e le forze della NATO e del Patto di Varsavia continuavano pericolosamente a fronteggiarsi. Il muro di Berlino era l’emblema tangibile di questa suddivisione in due blocchi contrapposti. La crisi dei missili di Cuba aveva portato sul baratro di una nuova guerra. Gli USA continuavano a rimanere impantanati nel conflitto del Vietnam ed anzi avevano incrementato lo sforzo bellico. La Primavera di Praga iniziata nel 1968 fu solo un’illusione e fu soffocata dall’intervento della Russia.
Contemporaneamente il movimento sociale e politico del ’68 interessò quasi tutti i Paesi del mondo con la sua forte carica di contestazione contro i pregiudizi e le convenzioni sociali, politiche e religiose e diede una scossa decisiva al processo di rinnovamento globale determinando la crisi di istituzioni ed ideologie che sembravano immutabili.
La lunghezza dei capelli dei ragazzi divenne l’emblema della protesta.
Nel 1962, Beatles e Rolling Stones iniziavano quasi in parallelo il loro percorso nella storia della musica, un percorso che avrebbe influenzato profondamente il mondo della musica rock e della musica in generale. Anche in Italia negli anni ’60 prese il via un prevedibile processo di imitazione e si formano numerose band (I Nomadi, I Dik Dik, I New Trolls, L’equipe 84 ecc.). Nacque, con Umberto Bindi, Fabrizio De Andrè, Sergio Endrigo, Bruno Lauzi, Gino Paoli e Luigi Tenco, la scuola genovese della canzone d’autore caratterizzata da un approccio stilistico diverso e più ricercato soprattutto nei testi rispetto alla musica tradizionale italiana. Parallelamente si svilupparono la scuola milanese con Giorgio Gaber, Enzo Iannacci, quella emiliana con Lucio Dalla, Francesco Guccini e quella romana con Francesco De Gregori e Antonello Venditti. E la dolce poesia di “Impressioni di settembre” della PFM.
Dario Fo con il suo Mistero Buffo divise gli Italiani fra quelli che lo consideravano un capolavoro e quelli, invece, che lo consideravano al limite del blasfemo.
L’Apollo 11 portò il primo uomo sulla luna, al termine di una lunga gara fra Americani e Russi.
La stilista inglese Mary Quant inventò la minigonna mentre la foggia dei pantaloni assunse la caratteristica forma della zampa di elefante nella sua parte terminale.
Il Concilio Ecumenico Vaticano II° aveva profondamente innovato la Chiesa ed aveva rivoluzionato anche la liturgia introducendo il volgare al posto del latino e, finalmente, si capirono appieno le parole della celebrazione eucaristica senza dover frequentare il liceo classico.
E…a Mascalucia?
Il rinnovamento a Mascalucia assunse la forma dell’abbattimento delle vecchie abitazioni, poste a lato della chiesa di S. Vito a ridosso della sacrestia, per fare posto al Corso S. Vito ed alla nuova casa comunale. Quello che, a prima vista, poteva sembrare il principio di un’epoca di sana modernizzazione, in realtà divenne l’inizio della fine dell’identità del paese così come si era conservata fino a quel tempo. In effetti la donazione da parte del Barone Matteo Rapisardi di una porzione di terreno per la costruzione del Municipio diede inizio al sacco di Mascalucia e ad un’epoca di grande speculazione edilizia e di sfruttamento di terreni divenuti improvvisamente edificabili.
Le amministrazioni comunali che si susseguirono in quel periodo non fecero altro che modificare il piano regolatore del comune ampliando a dismisura le zone e le aree edificabili del paese in funzione dei terreni da privilegiare ai fini dello sfruttamento edilizio, continuando ad ignorare l’unica proposta seria e rispettosa del territorio e delle sue peculiarità che era il progetto dell’architetto Silvestro Manenti. Salvo, poi, versare lacrime di coccodrillo quando Silvestro si suicidò. In tutto questo noi assistevamo senza reagire, quali testimoni inconsapevoli, allo sfascio che si stava perpetrando.
Si andava alle ignobili sceneggiate dei consigli comunali per sganasciarsi delle risate di fronte alle finte liti fra i protagonisti che dietro la facciata dei contrasti, in realtà, coltivavano i loro interessi a scapito della collettività.
I pilastri della speculazione edilizia sorgevano come funghi approfittando anche dell’oscurità della notte e la luce del nuovo giorno vedeva sorgere una foresta di cemento che si sostituiva a quelle naturali. La frattura del cavòlo, luogo unico sotto l’aspetto naturalistico, venne ricoperta e spianata con tutta la sua rigogliosa flora del tutto particolare, le macchie di faggi a fianco del campo di calcio abbattute e così via.
E la gente…rideva. L’unica cosa che sembrava interessare era il continuo sorgere di due opposte fazioni in qualsiasi campo si operasse. Così ci si logorava nella inutile competizione fra le due parrocchie della Matrice e di S. Vito, nella formazione di due diverse compagnie teatrali (Troupe 70 e Piccolo teatro siciliano), due giornali (Il Semaforo e Tatzebao) due squadre di calcio (Terribile e Libertas). Addirittura, in campo pallavolistico, furono varate tre squadre (SGAS, Panunzio e Folgore) che poi, fortunatamente, confluirono in un’unica formazione
Giovani di entrambi i campi politici tentarono di reagire all’interno dei rispettivi partiti, ma, alla fine, furono costretti a desistere, stritolati e fagocitati da interessi e coercizioni più forti di loro.
Paradossalmente ebbero più efficacia le “zingarate” della SGAS che le attività di contrasto all’interno degli organi istituzionali.
Mascalucia perse la propria identità storica, architettonica e culturale di paese per diventare un caotico agglomerato urbano con una popolazione decuplicata rispetto a quella originaria. Le tradizioni e le feste collettive si esaurirono progressivamente ed il paese divenne anonimo e sempre più privo della propria tradizione”.
di Franco Rapisarda
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