Storia - Ottobre 31, 2021
La storia del Cimitero Monumentale di Catania
Il cimitero di Catania, in via Acquicella, vanta l’aggettivo di “monumentale” (come quello di Mascalucia, fra gli altri) poiché al suo interno sono presenti diverse opere d’arte nonché la sepoltura di grandi artisti. Fu aperto nel 1866, sul terreno di proprietà delle suore di Santa Chiara a cui era stato espropriato il terreno a causa […]
Di Francesca Calí

Il cimitero di Catania, in via Acquicella, vanta l’aggettivo di “monumentale” (come quello di Mascalucia, fra gli altri) poiché al suo interno sono presenti diverse opere d’arte nonché la sepoltura di grandi artisti.
Fu aperto nel 1866, sul terreno di proprietà delle suore di Santa Chiara a cui era stato espropriato il terreno a causa delle Leggi Siccardi, post Unità d’Italia, che abolirono le corporazioni religiose e confiscarono i beni al clero. Fino a quel momento, le sepolture avevano avuto luogo dentro le chiese ma fu con l’editto di Saint Cloud, emanato da Napoleone Bonaparte nel 1804, a cambiare le cose. L’editto prevedeva che le tombe fossero poste fuori le mura cittadine per questioni igienico-sanitarie e che fossero tutte uguali per eliminare le diseguaglianze tra le fosse comuni per la povera gente e le grandi tombe monumentali per i grandi personaggi. Non mi soffermerò a raccontarvi del grande dibattito politico e religioso che si generò in tutta Europa e che coinvolse prestigiosi autori italiani tra cui Ugo Foscolo col suo “Il carme dei Sepolcri“. Il poeta darà una spiegazione lungimirante sull’importanza della sepoltura non tanto per chi giace ma per chi resta a piangere, che giungerà fino ai giorni nostri: la corrispondenza di amorosi sensi.
Il Regno delle Due Sicilie accolse positivamente questo editto e nel 1817 si stabilì che entro una decina d’anni fossero costruiti cimiteri in tutto il regno. A Catania il primo tentativo di edificazione venne fatto solo nel 1837 nei pressi della Playa, a seguito della grande epidemia di colera, ma non andò mai a buon fine a causa del terreno morbido e sabbioso dove gli animali selvatici potevano facilmente scavare. Un secondo tentativo venne fatto nel 1856 con un progetto affidato all’Ing. Eligio Sciuto che prevedeva la costruzione su un terreno denominato Fondo del Crocifisso (fonte Wikipedia). Anche questi lavori non furono ultimati a causa della caduta dei Borboni. Dovremo aspettare il 1865 per l’inizio dei lavori in via Acquicella che all’epoca era distante oltre un km dal centro cittadino. Inaugurata la città dei defunti, fu l’ing. comunale Ignazio Landolina, ad avere l’idea di trasformarlo in un luogo d’arte. Fra le opere principali, ricordiamo le Cappelle Patanè e Fortuna dell’Arch. Francesco Fichera, le Cappelle Sant’Alessio, Spampinato e Tomaselli dell’Arch. Carlo Sada e il Viale degli Uomini Illustri (foto tratta dal sito del pittore A. Gandolfo). Qui giacciono Giovanni Verga, Angelo Musco, Mario Rapisarda, Federico De Roberto, Pietro Delogu, Paolo Frontini, Giovanni Grasso, Enrico Boggio Lera, Antonino Gandolfo, mentre nei pressi dell’ingresso Dei Tre Cancelli e presente la tomba di Giuseppe De Felice Giuffrida.

Tra gli edifici storici segnaliamo la Palazzina Uffici, Le Cappelle Gentilizie, il Monumento ai Migranti e la Cappella della giovane Angelina Mioccio. La storia della giovane Angelina morta suicida lanciandosi dal Castello di Leucatia per non sposare l’uomo scelto dal padre. C’è chi la chiama la “bella addormentata catanese” e chi la conosce semplicemente come la “mummia di Catania”. Su di lei si raccontano ancora oggi storie e leggende, ma a detta degli esperti, si tratta di una testimonianza preziosissima delle tecniche di imbalsamazione ancora in uso nel ventesimo secolo. Purtroppo nemmeno da morta Angelina ha potuto trovare pace, perché la cappella è stata lasciata al totale abbandono, preda di ladri intrufolatisi per rubare oggetti preziosi che hanno danneggiato la teca mettendo a rischio la conservazione della salma. Dopo vani tentativi di comunicare con gli eredi per avviare una ristrutturazione della cappella, quest’ultima è stata murata con all’interno il corpo di Angelina, perché dichiarata a rischio di crollo (vedi l’articolo di Anna Bellamacina https://mascaluciadoc.org/storia-di-angelina-mioccio-la-bella-addormentata-di-catania/).
Oggi il cimitero monumentale di Catania è possibile visitarlo anche in veste turistica grazie all’Associazione Etna ‘Ngeniousa che ha creato un tour ad hoc. Inutile nascondere, però, lo stato di abbandono in cui versa da molti decenni e che ha fatto mobilitare diverse associazioni con lo scopo di salvaguardare l’aspetto storico-culturale nonché il senso civico.
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