Storie di Mascalucia - Marzo 19, 2018

Storie di Mascalucia : Quelli della sagrestia. 17 marzo 2018 Delegazione comunale di Massannunziata

Discorso di Vito Sapienza in occasione della celebrazione del 50esimo della Corale Santa Cecilia. Introduzione di Vito Sapienza Vi ringrazio per essere qui tutti presenti. Vi ringrazio di cuore per avere accolto questo invito e essere così numerosi in questa serata che anticipa la primavera. Grazie a Mirella e Lucia, Franca, Francesca, Lella, Pippo …….. […]
Di Giulio Pappa

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Discorso di Vito Sapienza in occasione della celebrazione del 50esimo della Corale Santa Cecilia.

Introduzione di Vito Sapienza

Vi ringrazio per essere qui tutti presenti. Vi ringrazio di cuore per avere accolto questo invito e essere così numerosi in questa serata che anticipa la primavera. Grazie a Mirella e Lucia, Franca, Francesca, Lella, Pippo ……..

Ci troviamo in un luogo straordinario, un palmento di fine ottocento. Quand’ero ragazzo non lo conoscevo, ma conoscevo i palmenti. Allora non si usciva facilmente dai confini delle due chiese.

Qui siamo a Turulifu e Turulifu era fuori orbita. Solo padre Padalino governava questo luogo che per i nostri genitori era, infatti, uno spazio che annunciava l’estate o dava il sapore vero alla festa, questo era allora il senso del viaggio.

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Non si andava a Barcellona o Pietroburgo come oggi, ma molto più lontano, un viaggio nella sciara tra ginestre inebrianti e sacri asfodeli. Una gita ante litteram che a Roma si chiamerebbe fuori porta. Un viaggio, in cui si sognava e soprattutto si sentiva il vibrare del desiderio.

A Madonna Sciara” luogo archeologico e dal sapore biblico, ci sono ancora i resti, a poco più di 1200 metri da qui, delle scalinate della città del peccato, Gomorra, che de Laurentis/Huston fecero realizzare con le maestranze di Mascalucia per il film “la Bibbia”, siamo nel 1966 circa. Li vicino ci sono i resti di una chiesa paleocristiana in ipogeo, proprio nei pressi del santuario.

Alberto Angela che, tutto definisce come straordinario/eccezionale, se lo sapesse, farebbe un intero servizio. Ma coglierebbe solo l’incerto profilo di quello che è stato un luogo selvaggio e nel contempo domestico, quasi il cortile, l’aia di Mascalucia. Immaginate: una ricerca tra la chiesa della Bambina con affreschi rupestri che guarda la montagna a tutela dalla lava, mentre l’abside volge verso la perversa Gomorra.

Ora in questo palmento di villa Buscemi, luogo dionisiaco e luogo di trasformazione. L’uva in succo d’uva, poi in mosto, poi la fermentazione piccola e grande e poi in vino. Da questi luoghi un’intera collettività attingeva la bevanda sacra a Bacco. Palmento come luogo laico per stare insieme non meno di una chiesa. Abbiamo a conferma di ciò anche un tempo limitato, come in chiesa, bisogna lasciare,… le porte si chiudono alle 22.30.

Si sente, se prestate attenzione e mantenete una discreta soglia olfattiva, l’acre odor di vino a l’animo rallegrar. C’è in effetti una sensazione di strana eccitazione, una sensazione gradevole e nel contempo malinconica, come accade in tutte le feste.

Ci si vede per rivedere noi stessi in un grande specchio che è il gruppo con cui abbiamo condiviso anni importanti, quelli in cui si snodavano incertezze, scelte, decisioni, rotture, litigi, pianti, sorrisi, amori, legami che poi avrebbero aperto alla vita. C’è appunto gioia, euforia e dicevo un senso di velata malinconia. Questo accade sempre quando i legami affettivi surriscaldano le pulegge della mente.

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Io, Franco, Carla ci siamo fatti carico di tutto ciò, forse perché ci siamo fatti interpreti di un bisogno, quello di avere, o sperare di assaporare quello che sta per andare via, cioè il tempo. L’età media qui dentro è sicuramente appena sopra i 36 anni, quindi è di certo un vino ormai poco novello. Prima tutti ragazzi, adesso tutti ragazzi dalle chiome argentate “silver” e qualche giovane nonno/a. E’ risaputo che dopo i 55/60 gli uomini vestono più sportivi, le donne virano generalmente su colori dei capelli di dubbia definizione.

Le immagini che vedremo sono immagini prese dal mio repertorio, dai miei ricordi. In verità dal mio e da quello di Franco e Carla che, come sapete, vivendo lontano, siamo stati obbligati a dover ricordare per non perdere la memoria del passato. Si parla per dimenticare ma anche per verificare di continuare a ricordare. Perdere la memoria è forse la lacerazione più profonda per l’uomo e aggiungerei la più pericolosa per l’umanità.

Sono slides in bianco e nero e a colori inserite in un incedere quasi scomposto non solo per poter ricordare quello che è stato, ma anche per rispettare la memoria del futuro che ognuno di noi coltiva.

Di certo sono state omesse nel video tante, tante cose, tantissime. Ognuno rivede e vorrebbe rivedere quello che è stato, ma non è facile assecondare le foto dei ricordi. Ho volutamente dato un significato di doveroso rispetto verso tutto ciò che rimane in oblio, cioè che esiste e che deve rimanere avvolto a tutela della sua esistenza. Il rievocare il ricordo è bello, ma nel contempo deforma, contamina, modifica, altera.

Certe cose hanno dignità di esistere in quanto rimangono dentro. Immagini mescolate tra sacro e profano, perché tra il sacro e il profano si coniugano le cose più belle della vita. Il video percorre il ciclo di un anno di vita a Mascalucia.

Adesso fate silenzio e diamo ascolto ai bisbigli rumorosi che il video attiva.

Prosit.

VIDEO REALIZZATO DA CARLA, FRANCO, MARIA E VITO.
Mostrato il 17 marzo 2018 presso la Delegazione di Massannunziata per l’occasione dei 50 anni della Corale Santa Cecilia.

 

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