Approfondimenti - Ottobre 19, 2019
MITI DI SICILIA: Ortigia e la storia della bella Aretusa
Sicilia terra ricca di storia, arte e letteratura. I più grandi artisti, da sempre, si lasciano ispirare delle sue bellezze naturali e da tutte le tracce che gli antichi popoli hanno lasciato su questo paradiso terrestre. Sicilia terra protagonista di romanzi, racconti, poesie, leggende e miti. Ed è proprio di uno di questi che vorrei […]
Di Francesca Calí

Sicilia terra ricca di storia, arte e letteratura.
I più grandi artisti, da sempre, si lasciano ispirare delle sue bellezze naturali e da tutte le tracce che gli antichi popoli hanno lasciato su questo paradiso terrestre.
Sicilia terra protagonista di romanzi, racconti, poesie, leggende e miti. Ed è proprio di uno di questi che vorrei raccontarvi la storia.
La bellissima Aretusa era una ninfa nereide ossia figlia del dio Nereo e della dea Doride. Era tra le predilette della Dea della caccia, Artemide (Diana per i romani), che la portava sempre con sé nelle sue battute di caccia.
Durante una di queste, Aretusa si allontanò dal gruppo attratta dalle meraviglie del bosco in cui Artemide l’aveva portata. Cammina, cammina si ritrovò davanti un corso d’acqua che attirò la sua attenzione. Aretusa si levò le vesti e completamente nuda entrò in acqua. La ninfa si era immersa in un fiume dimora del dio Alfeo che vedendo, nascosto tra la vegetazione, cotanta bellezza se ne innamorò all’istante. Aretusa capì che qualcosa non andava. Sembrava che quelle acque volessero accarezzarla e tutto intorno si formarono dei vortici come se il fiume volesse possederla.
Aretusa era una ninfa pudica ed inviolata e per paura che la sua virtù venisse profanata, uscì dall’acqua ed ancora nuda scappò nel bosco in cerca di aiuto. Alfeo, trasformatosi in giovane, cominciò ad inseguire la ninfa che lo aveva reso folle d’amore: doveva essere sua! Iniziò un lungo inseguimento fra i boschi, fino a quando Aretusa stremata invocò l’aiuto della sua protettrice Artemide. La dea intervenne subito, prima creando una coltre nebbia che disorientasse Alfeo, dopodiché trascinò Aretusa in un luogo lontano e sicuro: l’isola di Ortigia in Sicilia. Artemide, era sicura che quella terra meravigliosa, magica e ricca di bellezza sarebbe stato il luogo ideale dove la ninfa avrebbe potuto trascorrere la sua eterna vita e la trasformò in un fiume : il fiume Aretusa (antico nome della città di Siracusa).

Scultura in bronzo realizzata da Biagio Poidimani posizionata all’interno della fonte Aretusa
Alfeo, però, non si diede pace e grazie all’aiuto di Zeus scoprì che fine aveva fatto la sua amata. Chiese, quindi, al dio di trasformarlo, anch’esso, in un corso d’acqua che potesse varcare l’Olimpo, potesse attraversare le profondità marine e potesse gettarsi nelle stesse acque del fiume Aretusa per poter vivere con lei in eterno.
Da questo mito nasce la città, colonia greca, di Siracusa che la ricorda con tantissime opere d’arte sparse per la città. La stessa Fonte Aretusa è luogo di pellegrinaggio turistico e dei tanti adolescenti che si giurano amore eterno poggiati sulla ringhiera della passeggiata di Ortigia.
*”Si noti l’accostamento tra la leggenda e la realtà. Infatti, le acque della Fonte Aretusa, sorgono direttamente, come una risorgiva, nell’isola di Ortigia senza nessun tipo di canalizzazione con la terra ferma. Gli storici hanno tramandato notizie dove segnalano che un tempo le acque della fonte erano dolcissime e non erano minimamente mischiate con quella salata. L’altro racconto, tramandatoci, vuole che in quel periodo greco, quando ad Olimpia si sacrificavano i tori agli dei, le acque della fonte Aretusa si coloravano di rosso, segno tangibile che vi era un legame sotterraneo.”
*fonte Archeosiracusa
La fonte Aretusa viene menzionata da Virgilio nell’Eneide, da Gabriele D’Annunzio ne L’Oleandro-Laudi, da Salvatore Quasimodo ne il Seguendo Aleo, da Pindemonte nei Sepolcri, da Giosuè Carducci nel suo Primavere Elleniche e da molti altri autori minori.
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