Storia - Luglio 27, 2019

Mario D’Aleo, il carabiniere ucciso dalla mafia

Era il 13 giugno 2012 quando l’allora sindaco di Mascalucia, Salvatore Maugeri, titolava la via che costeggia la caserma dei carabinieri al Capitano Mario D’Aleo, assassinato per mano mafiosa a seguito di un attentato a Palermo in cui persero la vita anche il colleghi Giuseppe Bommarito e Pietro Morici. Quel giorno ricorreva proprio il 29° […]
Di Francesca Calí

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Era il 13 giugno 2012 quando l’allora sindaco di Mascalucia, Salvatore Maugeri, titolava la via che costeggia la caserma dei carabinieri al Capitano Mario D’Aleo, assassinato per mano mafiosa a seguito di un attentato a Palermo in cui persero la vita anche il colleghi Giuseppe Bommarito e Pietro Morici. Quel giorno ricorreva proprio il 29° anniversario della sua morte e alla cerimonia presenziarono il Comandante Interregionale dei Carabinieri, Gen. C.A. Leonardo Leso, il Vice Prefetto Vicario di Catania, il fratello
dell’Eroe, Dott. Antonino D’Aleo (Questore di Mantova), il Procuratore Capo di
Catania Dott. Giovanni Salvi, il Comandante Provinciale dei Carabinieri di Catania,
Colonnello Giuseppe La Gala.

Capitano D’Aleo prestò servizio a Monreale dal 1980 al 1983 assumendo l’incarico che fino a qualche giorno prima aveva ricoperto il Capitano Emanuele Basile, anche lui barbaramente ucciso dalla mafia.
La difficile eredità del predecessore era stata raccolta con entusiasmo dal Capitano D’Aleo, scelto per il suo coraggio e per le incontestate doti di investigatore.

mario d'aleo

“D’Aleo focalizzò la propria attenzione sul clan Brusca di San Giuseppe Jato, da sempre fedele alleato dei corleonesi. L’ufficiale aveva avviato una serie di indagini indirizzate a
colpire le iniziative economiche riferibili ai suddetti esponenti mafiosi e a catturare
i pericolosi latitanti che si nascondevano nella zona, fra i quali Bernardo Brusca.
Nella sua attività investigativa si avvaleva della collaborazione dell’Appuntato Bommarito e del Carabiniere Morici, che avevano già operato a fianco del Capitano Basile” (fonte L’Informatore di Sicilia). Fu ucciso alle 20.30 del 13 giugno 1983 in un agguato mafioso tesogli da 3 sicari mentre insieme a Bommarito e a Morici  percorreva a bordo dell’autovettura di servizio la via Cristofaro Scobar di Palermo.

Negli anni seguenti la sua morte numerose sono state le cerimonie in memoria, tra cui quella per la Medaglia al valore civile conferito dal presidente della Repubblica, e numerose le inscrizioni in suo omaggio.

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Quella di Mascalucia recita: “Comandante di Compagnia Carabinieri operante in zona ad alto indice di criminalità organizzata, pur consapevole dei gravi rischi cui si esponeva, con elevato senso del dovere e sprezzo del pericolo svolgeva tenacemente opera intesa a contrastare la sfida sempre più minacciosa delle organizzazioni mafiose. Barbaramente trucidato in un proditorio agguato tesogli con efferata ferocia, sacrificava la sua giovane vita in difesa dello Stato e delle istituzioni»

 

 

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