Approfondimenti - Aprile 7, 2020
MES: cos’è? si mangia?
Da qualche giorno, nei telegiornali, e soprattutto, nelle conferenze stampa del Presidente Conte e del suo Ministro dell’economia Gualtieri, non si fa altro che parlare di MES. E allora torna l’incubo per gli italiani di doverci per forza capire qualcosa di micro e macroeconomia. Noi vogliamo provare a spiegarvi cos’è utilizzando parole molte semplici, in […]
Di Francesca Calí

Da qualche giorno, nei telegiornali, e soprattutto, nelle conferenze stampa del Presidente Conte e del suo Ministro dell’economia Gualtieri, non si fa altro che parlare di MES.
E allora torna l’incubo per gli italiani di doverci per forza capire qualcosa di micro e macroeconomia.
Noi vogliamo provare a spiegarvi cos’è utilizzando parole molte semplici, in modo da potervi fare tutti un opinione ed esprimere parere favorevole, o meno, al ricorso a questo strumento finanziario europeo.
MES significa Meccanismo Europeo di Stabilità e non è altro che un fondo salva-stati. Nasce nel 2012 (quindi non recentemente) su accordo di tutti gli stati dell’Eurozona che, per partecipare, hanno dovuto versare una cospicua quota di capitale. L’Italia, dopo la Germania e la Francia, è lo Stato che ha versato di più. Lo scopo del MES è quello di correre in aiuto degli stati membri in crisi tramite dei finanziamenti immediati (a circa 7 giorni dalla richiesta).
OTTIMO! Direte voi. Abbiamo bisogno subito di liquidità, l’Italia è lo Stato che contribuisce maggiormente, e allora tuffiamoci a capofitto su questi fondi! Purtroppo non è così facile.
Negli anni il MES si è trasformato da organo comunitario ( perché in effetti nel suo Consiglio fanno parte tutti i ministri dell’economia degli stati dell’Euro) ad organismo intergovernativo con degli interessi del tutto “personali”.
Tanto è facile accedere a questi fondi, tanto è più difficile restituirli.
La restituzione del finanziamento deve avvenire in 10 anni con rate programmate. Il NON pagamento o ritardo pagamento di una sola rata comporta gravi sanzioni pecuniarie ed amministrative per lo Stato debitore e lo esclude in futuro dall’accesso a questi fondi. E non solo.
Il MES, che in un modo o nell’altro deve recuperare questi fondi, è autorizzato ad intromettersi nelle manovre politiche ed economiche dello Stato in mora ed è proprio per questo che potrebbe imporre un programma contenente riforme, possibili privatizzazioni, aumenti delle tasse e molto altro, così da trovare i soldi e farli tornare nelle sue tasche (Commissariamento).
Per farvi un esempio recente, vi ricorderete che nel 2015 la Grecia ha dichiarato lo stato di Default è ha chiesto di avere accesso a questi fondi. I soldi gli sono stati negati perché l’apporto al fondo della Grecia era ancora troppo basso rispetto alla cifra richiesta. Allora è intervenuta la BCE che ha concesso il prestito ma alle stesse condizioni del MES. Sapete negli anni quale è stato il risultato:
• aumento delle tasse sulle società di spedizione;
• tutta l’IVA al 23%, anche su servizi come ristorazione e catering;
• eliminazione della pensione di solidarietà;
• taglio di 300 milioni di euro della spesa militare; e tanto altro… Tutto imposto dalla BCE.(fonte Money.it).
• tagli alla Sanità e all’Istruzione
• posticipo pensionamenti.
Come me, vi starete chiedendo che senso ha, allora, continuare a versare somme in un fondo se poi abbiamo paura a farne richiesta? Come mai la Germania e la Francia, invece, sono pienamente d’accordo al MES e fanno pressione all’Italia per fare richiesta di accesso?
Purché io sia un’europeista convinta, non è un segreto che ci sia qualche Stato in Europa che non vede l’ora di mettere lingua nelle politiche interne del nostro Belpaese.
Spero di avervi trasmesso le nozioni necessarie per farvi un’idea.
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