Storie di Mascalucia - Gennaio 27, 2017

Storie di Mascalucia: “Doc,fish and johnny & e le ALTRE”

Premessa: ad iniziare da questo capitolo, tutti i nomi delle persone di cui parleremo, saranno sostituiti da Nick (=soprannomi di fantasia) utili per dare qualche indicazione sul loro riconoscimento, ma che sono solo uno stratagemma che  lo scrivente utilizza per non riscrivere all’infinito, nomi e cognomi . Sarà divertente, vedrete! I primi 3 da identificare […]
Di Giuseppe Reina

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Premessa: ad iniziare da questo capitolo, tutti i nomi delle persone di cui parleremo, saranno sostituiti da Nick (=soprannomi di fantasia) utili per dare qualche indicazione sul loro riconoscimento, ma che sono solo uno stratagemma che  lo scrivente utilizza per non riscrivere all’infinito, nomi e cognomi . Sarà divertente, vedrete! I primi 3 da identificare li trovate già nel titolo.

Un anno imprecisato, inizi anni ‘70. Di fronte la sagrestia della Parrocchia, c’è un chiacchiericcio di giovani, talora rotto da risate e da qualche voce un po’ più grossa ed altisonante delle altre. Sono i primi ragazzi, diciamo la prima generazione di ragazzi della Parrocchia di cui ho memoria. E’ un gruppo eterogeneo, uomini e donne, età approssimativa intorno ai 13/14 anni, ridono di gusto e con quella giusta leggerezza giovanile che ti fa ridere, solo perché hai il cuor leggero. Tra di loro, due persone un po’ più grandi, anzi decisamente più grandi. Uno con i baffi,piccolo,tratti decisamente siculi ed occhi un po’ spiritati che qualcuno apostrofa con “ Vito Billibà, vieni qua! ! “e giù risate a non finire. L’altro,piccolo,silenzioso,cammina anzi arranca dietro Vito con passo saltellante. Sembra di carattere assai mite, poco socievole, forse con qualche problemino di ritardo. Il suo Nick identifica perfettamente personaggio ed indole : Placidino.

Sono i due sagrestani della Parrocchia, anzi sono i sagrestani di tutte le Chiese del Paese, un mestiere antico, perduto che comprendeva il suono delle campane e l’aiuto al Parroco , dietro piccole ricompense in denaro. Fanno benissimo il loro lavoro, con puntualità precisione ed amore. L’angusta scaletta che, dalla porta ubicata appena dopo l’entrata laterale destra della Chiesa,  s’inerpica sul Campanile, viene percorsa tre/quattro volte al giorno dai nostri eroi, senza alcuna fatica e stanchezza. Le campane vanno suonate per annunciare le Messe, per chiamare i ragazzi alla “truttina”,per matrimoni e funerali. Ogni tocco di campana ha il suo significato ed è facile comprendere l’evento che annuncia. Un sistema di comunicazione antico, ma ben più efficace di mille messaggi. “Billibà” fa anche il muratore e non disdegna, a causa del suo carattere piuttosto irascibile, anche la piccola bestemmia sicula e soprattutto la buona bottiglia di vino o birra. Placidino NO, sembra immutabile nei tempi, sembra seguire la sua sorte di timido quasi in maniera rassegnata. Non l’ho mai sentito proferire parola. Sono persone adorabili, a cui non puoi non voler bene e sono comici involontari. All’epoca paragonabili agli Stanlio/Ollio mascalucioti. I ragazzi avvertono questa loro “naturale” comicità e se ne approfittano. Li prendono in giro, ma benevolmente con quella spensieratezza giovanile che non disturba. Talvolta una parola, qualche altra una provocazione, altre ancora un mimare un atteggiamento oppure un modo di parlare. Piccole cose che servono sempre ad “irritare” Billibà,il quale frequentemente dà in escandenze.

Tra i ragazzi maschi ricordo 3 figure che, ciascuna per un proprio motivo, mi sono rimaste più impresse nella mente. Sono il Doc, il Fish ed il Johnny.Sono tre persone completamente diverse l’una dall’altra per carattere, maniera di porgersi e di rapportarsi. Ad esempio il Doc è quello che in dialetto ,definiamo il classico “mangia ossa”. Lìscìa tutta mascaluciota,modi di fare e di parlare lento, ma di quel lento che ti indispone. Battuta intelligente ma sagace, attento a sottolineare le situazioni più complesse, rendendole simpatiche ed ironiche. Di contro il Johnny,sanguigno,focoso,muscoloso,virile,con un vocione grosso così. Uno “sincerazzo” però, che non si adegua, che punta i piedi ed i muscoli e che,attenzione,guai a farlo incazzare. Ma al contrario, essergli amico è un privilegio perché è un vero amico. Il più indecifrabile dei tre però è il Fish.Capelli neri lisci, faccia pulita, occhi nerissimi grandi. Suona il piano ed è un freddo,almeno all’apparenza. Una statua di sale, una mummia egizia da cui non traspare alcuna emozione, ma che ne siamo certi, più d’una delle ragazze della Parrocchia, ha una cotta per lui. Sentimentalmente, potremmo definirlo il bel tenebroso. Anche il “sesso debole” ha la sua parte in termini di presenza, ma il nostro ricordo è così superficiale che preferiamo non dilungarci più di tanto. Vi offriamo però 3 Nick del gentil sesso, nella speranza che qualcuna si riconosca. Eccoli : la Sciavazzanna,la Precalota e la Renata. Mistero.

G.R.

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