Approfondimenti - Novembre 13, 2019
Carmela Faro e i suoi 100 anni (parte prima)
Mia nonna è una graziosa vecchietta dai capelli bianchi, canditi come la neve, io l’ho conosciuta così, per me è stata sempre anziana. Nonostante la sua età cammina sola e senza l’ausilio di un bastone, mangia qualunque cosa le propongano con appetito e non ha alcun problema di reflusso o di colite ( al contrario […]
Di Francesca Calí

Mia nonna è una graziosa vecchietta dai capelli bianchi, canditi come la neve, io l’ho conosciuta così, per me è stata sempre anziana. Nonostante la sua età cammina sola e senza l’ausilio di un bastone, mangia qualunque cosa le propongano con appetito e non ha alcun problema di reflusso o di colite ( al contrario di me!!!!), non porta gli occhiali e legge tranquillamente senza doversi allontanare o avvicinare le scritte: in sostanza ha una salute di ferro, ha solo la dentiera e mette ogni giorno un collirio che lei chiama “u gocciu” per inumidire un occhio da quando ha subito un intervento al trigemino circa cinquant’anni fa. Fantastico! Avercela tutti una nonna cosi!
Peccato, però, che mia nonna non sa più chi sono. Parecchi anni fa è iniziato un processo lento e degenerativo, il medico lo ha definito “demenza senile” non “Alzheimer” ha detto che è legato all’età e soprattutto alla volontà di voler dimenticare….Della sua vita ricorda molto poco, per lo più quando l’andiamo a trovare nella casa famiglia dove abita, lei canta e alcune volte balla pure facendo sorridere gli altri ospiti della casa. Quando vado da lei torno a casa con un senso di vuoto, quella simpatica vecchietta mi ricorda mia nonna ma non è più lei e lei mi abbraccia , mi bacia sempre e poi mi ripete “mi sembra che ci conosciamo ma non mi sto ricordando…” allora io le rispondo “ciao nonna, sono io….” Lei sorride ma dopo 2 minuti ha già scordato di nuovo il mio nome.
Mi dispiace così tanto che i suoi 100 anni siano volati via , la sua vita come quella di tutti è stata piena di tante storie che meritano di essere ricordate .E allora, visto che lei non può, ve le voglio raccontare io: ecco a voi Carmela.
Carmela nacque il 13 novembre del 1919 in via Plebiscito in un casa vicino alla “ calata dei cappuccini” ma suo padre se la prese comoda e andò a rivelarla solo 5 giorni dopo cioè il 18 novembre. Sua madre si chiamava Vita Reina ed era di origini mascaluciote, i suoi genitori si erano trasferiti in città per lavoro e qui lei aveva conosciuto il marito Salvatore Faro che lavorava come ebanista nella bottega del padre di lei. Ebbero cinque figli: mia nonna era la quarta. Il mio bisnonno era un uomo molto autoritario, estremamente geloso e soprattutto violento, in casa sua non era permessa alcuna libertà. All’età di 16 anni la sorella di mia nonna, Rosaria, di sei anni più grande di lei aveva fatto la classica “fuitina” con il primo che le era capitato pur di scappare da casa sua. Aveva sposato Salvatore un giovane di una famiglia non ricca ma piuttosto benestante, amante delle donne e della bella vita. Amava ballare e spesso organizzava feste da ballo in casa sua , come era in uso fare in quel periodo, e invitava parenti e amici. Quando Carmela aveva circa 13 , Salvatore e Rosaria affittarono una casa con un grande salone e ovviamente dettero una festa, anche lei era stata invitata con i suoi genitori . Era diventata molto graziosa con i suoi occhi azzurri e i capelli biondi come l’oro e cominciava ad attirare qualche attenzione.
Anche mio nonno si trovava alla festa, aveva 24 ed era fratello di Salvatore, era tornato dal servizio militare ed aveva cominciato a lavorare. Mio nonno Carmelo era una persona semplice, istruita e generosa ma fondamentalmente pigro. Non aveva ancora trovato una donna da sposare perché probabilmente trovarne una, corteggiarla e farla innamorare era troppo impegnativo. Così quella sera vedendo Carmela molto cambiata dall’ultima volta in cui l’aveva vista decise che era arrivato il momento di sistemarsi. Sfruttò la parentela per farsela amica e un giorno la portò con se’ con la scusa di dover prendere qualcosa da mangiare. “Ma devo chiedere il permesso a mio padre “ disse lei “ no ci ho parlato io” disse lui e così andarono via. Lei non sapeva proprio cosa stava succedendo ma lui aveva organizzato la notte da trascorrere a casa di un amico… Quando il giorno dopo la riportò a casa suo padre non volle sentire ragioni, nonostante i suoi pianti e la sua richiesta di perdono decise che si doveva subito sposare per coprire la vergogna. Così Carmela alla sua troppo giovane età andò a vivere con il nonno attaccandogli addosso un odio e un risentimento per quello che le aveva rubato. A 14 anni era già incinta ma la gravidanza non andò a buon fine. Subito dopo ce ne fu un’altra e così pochi mesi prima di compiere 16 anni nacque mio zio. Era il 1935.
FINE PRIMA PARTE
Belinda Castiglione
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