Approfondimenti - Novembre 12, 2019
I CHIOSCHI CATANESI: non provate ad imitarli
A Catania se una sera esci con gli amici, non puoi tornare a casa se prima non sei passato da un chiosco. Una tradizione pittoresca tutta catanese, nata alla fine del 1800 nelle piazze principali della via Etnea (Piazza Cavour, Piazza Stesicoro e Piazza Duomo), tre punti strategici per poter dissetare coloro che passeggiavano per […]
Di Francesca Calí

A Catania se una sera esci con gli amici, non puoi tornare a casa se prima non sei passato da un chiosco.
Una tradizione pittoresca tutta catanese, nata alla fine del 1800 nelle piazze principali della via Etnea (Piazza Cavour, Piazza Stesicoro e Piazza Duomo), tre punti strategici per poter dissetare coloro che passeggiavano per la via che, allora, era il salotto cittadino.
Per lo più i clienti più assidui erano membri della nobiltà che potevano permettersi il lusso di bere una bevanda fresca ma soprattutto le NOBILDONNE che nelle giornate estive sostavano a rinfrescarsi. Ben presto questo turbò gli animi dei perbenisti e per evitare che si parlasse male di queste signore ferme ai chioschi, nel 1900, venne disposto che fossero spostati nelle zone periferiche della città. Nacquero così tutti gli altri chioschi storici di Catania e la clientela diventò più popolare.
Parlare dei Bibitari di Catania significa parlare di saghe familiari e tradizioni nostrane. Attività trasmesse da padre in figlio. Le famiglie Costa, Vezzosi e Giammona sono state le prime a rendere gli sciroppi, aromatizzati, colorati e misti al seltz, una vera e propria alternativa all’alcol post cena.
Tante sono le imitazioni in giro per la Sicilia ma a tutte manca la materia prima: l’artigianalità.
Gli sciroppi creati artigianalmente, gli agrumi spremuti a mano con la pinza e l’uso di acqua seltz (e non acqua frizzante!!!) sono a rendere unici i “ciospi” catanesi.
Che sia piena estate o pieno inverno non ha importanza, ogni momento è buono per appoggiarsi ai banconi in marmo e chiedere un “mannarinu viddi”.
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