Approfondimenti - Novembre 14, 2019

Carmela Faro e i suoi 100 anni (seconda parte)

Dopo qualche anno di matrimonio gli anziani suoceri della nonna si trasferirono in casa sua mentre lei cresceva amorevolmente i figli: era nata un’altra figlia e nel gennaio del 1940 (quando aveva poco più di vent’anni) era nata la sua terzogenita. Alla fine dello stesso mese però mio nonno venne richiamato alle armi. Mussolini riorganizzava […]
Di Francesca Calí

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Dopo qualche anno di matrimonio gli anziani suoceri della nonna si trasferirono in casa sua mentre lei cresceva amorevolmente i figli: era nata un’altra figlia e nel gennaio del 1940 (quando aveva poco più di vent’anni) era nata la sua terzogenita. Alla fine dello stesso mese però mio nonno venne richiamato alle armi.

Mussolini riorganizzava l’esercito in vista dell’entrata in guerra dell’Italia e lui venne mandato dapprima a Messina e poi a Pordenone. Mandò sue notizie fino al ’43 ma dopo fu catturato e fatto prigioniero dai tedeschi durante la ritirata: fu portato in un campo di concentramento in Germania.

La nonna rimase per quasi 6 anni da sola con i suoi anziani suoceri e tre bambini piccoli ma non si perse d’animo e in quegli anni difficili uscì il lato più forte e determinato del suo carattere. Munita della sua tessera annonaria affrontava le lunghe file per potersi accaparrare generi alimentari e di prima necessità. Dovette vendere le poche cose di oro che possedeva per far fronte alle spese e spesso dovette ricorrere al mercato nero. Durante i bombardamenti della città si spostava nei rifugi con i bambini e i suoceri dando coraggio ai primi e sostegno ai secondi sempre pronta a dare una mano a chi si trovava in difficoltà.

FOTO 1

Da piccola quando la nonna mi raccontava quei momenti di terrore mi sembrava di sentire le sirene e le grida della gente e quell’odore stantio dentro gli angusti rifugi dove le persone rimanevano chiuse finchè non cessava il pericolo e si faceva ritorno nelle proprie abitazioni. Mio nonno tornò solo alla fine del ’45. Il suo viaggio di ritorno fu difficile e insidioso e per lo più lo fece a piedi. Quando si presentò alla porta di casa aveva la barba lunga, i pidocchi e le piaghe nei piedi…aveva l’anima ferita ma era vivo!!

La nonna lo curò e gli stette vicino in tutto il periodo che gli fu necessario per ristabilirsi ma i suoi sentimenti non mutarono in amore, era tuttavia contenta che fosse tornato e non dovesse affrontare più tutto da sola.nonno


Nel 1947 la loro vita cambiò in modo decisivo, il nonno, che era istruito per l’epoca (infatti era arrivato fino alla settima classe) andò a lavorare al giornale LA SICILIA. Nel 1948 nacque mia madre e a seguire gli altri due figli.

La condizione economica della famiglia migliorò e col tempo riuscirono ad affittare case sempre più grandi e in quartieri migliori e mia nonna gestiva lo stipendio con efficienza e parsimonia. In Italia erano gli anni del boom economico.

Agli inizi degli anni ’60 la sorella più grande della nonna, che era signorina, rimase sola in seguito alla morte del vecchio genitore e la nonna la accolse in casa sua e quando questa ebbe l’età giusta fu lei a farle ottenere la pensione. I rapporti fra marito e moglie rimasero sempre formali e purtroppo anche con i figli la nonna non riuscì a instaurare un rapporto di complicità.

FOTO 2

Riusciva ad essere dolce con loro solo nei primi anni di vita poi diventava fin troppo autoritaria e non c’erano abbracci e carezze ma solo obblighi da svolgere e da rispettare. Il nonno coltivò sempre la sua passione: il gioco delle carte e col tempo questo divenne un altro motivo di risentimento da parte di lei.

A metà degli anni’70 tutti i figli si erano sposati e il nonno era andato in pensione, decisero così finalmente di acquistare un appartamento a Mascalucia che in quel periodo era in piena espansione e i prezzi erano decisamente accessibili. Dopo la morte della sorella (zia Maria vecchietta, così la chiamavo io da bambina) iniziarono a vivere da separati in casa: dormivano in stanze separate e praticamente si ignoravano. Negli ultimi anni il nonno ci provò ancora a riappacificarsi ma quel muro che la nonna aveva costruito non crollò. Carmelo è stato un nonno dolcissimo e un buon padre, è morto il 13 febbraio del 1996, quel giorno tutta la “tribù” era riunita e tutti versavano lacrime, tutti tranne una: la nonna. Carmela è stata una buona nonna, poco incline alle smancerie ma sempre premurosa e presente soprattutto per me e mio fratello che abitavano vicino a loro. Il processo degenerativo della nonna è iniziato dopo il 2000 e si è accentuato man mano, fin quando non è stato più possibile vivere da sola e si è trasferita nella casa famiglia dove tutt’ora vive. Spero che narrando la tua storia, io abbia reso omaggio alla tua vita.

BUON COMPLEANNO NONNA

Con grande affetto, tua nipote Belinda Castiglione.

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