Storia - Novembre 3, 2021

IL CENTENARIO DEL MILITE IGNOTO

Per ricordare e celebrare una triste pagina della nostra storia, il simbolo di una nazione e di un popolo.
Di mascaluciadoc@virgilio.it

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di Belinda Castiglione

La tomba del Milite Ignoto rappresenta simbolicamente tutti i caduti e i dispersi in guerra italiani: contiene la salma di un militare italiano caduto sul fronte durante la Prima Guerra Mondiale a rappresentare il sacrificio di seicentomila italiani. Si trova a Roma sotto la statua della dea Roma all’Altare della Patria al Vittoriano.
Il Vittoriano era già in costruzione dal 1 gennaio del 1885 ma i lavori si conclusero effettivamente solo nel 1935, vi furono infatti alcuni impedimenti che rallentarono l’avanzamento dei lavori stessi e comportarono modifiche del progetto iniziale (la sua prima inaugurazione avvenne nel giugno del 1911). Venne edificato per celebrare la morte di Vittorio Emanuele II di Savoia e anche per ricordare gli ideali risorgimentali e gli uomini che si erano sacrificati per l’Unità d’Italia, fu connotato dunque da un intenso spirito unitario e nazionale. Ecco perché si decise di collocare proprio lì, al suo interno, la tomba del Milite Ignoto : la salma fu sepolta con una cerimonia solenne il 4 novembre 1921 (terzo anniversario della fine della guerra) in occasione della Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate. Quando il partito fascista arrivò al governo l’anno successivo se ne appropriò rendendolo uno dei simboli principali della propaganda fascista, del riscatto militare dell’Italia e della capacità bellica del Paese. Dopo la caduta del fascismo il Vittoriano fu svuotato dei contenuti militareschi impropriamente associatigli e tornò a rappresentare l’intero popolo italiano.


MA CHI ERA IL MILITE IGNOTO?
L’Italia aveva vinto ma a carissimo prezzo, era necessario consolare i vivi rimasti a piangere figli, padri , fratelli, mariti, un’intera generazione di uomini che non c’era più. Bisognava dare un senso a quelle morti per la Patria, rinnovare quello spirito patriottico che era stato provato dalle sofferenze patite durante la lunga e sanguinosa guerra.
Così sull’onda lunga di quanto era già accaduto in Francia e in Inghilterra, si pensò che anche l’Italia dovesse onorare i propri morti con un monumento che li celebrasse tutti. Il 20 agosto del 1921 il ministero della guerra istituiva una commissione speciale che aveva l’incarico di individuare le salme di 11 caduti al fronte, privi di qualsiasi segno di riconoscimento . Vennero cercate in diverse località cercando di includere i luoghi sul fronte italiano in cui avevano combattuto le diverse armi. Le undici bare, identiche per forma e dimensione, furono riunite nella basilica di Aquileia entro il 28 ottobre e fra esse venne scelta la salma del Milite Ignoto. A decidere fu una donna “ una madre di un caduto non riconosciuto in modo che non si sappia da quale parte del fronte provenga…” Maria Maddalena Blasizza in Bergamas di Gradisca d’Isonzo, madre di Antonio Bergamas, il quale aveva disertato dall’esercito austro-ungarico per unirsi a quello italiano.
La bara prescelta fu inserita in una cassa speciale: sul coperchio erano fissati un elmetto, un fucile e una bandiera tricolore. Le altre 10 salme rimasero ad Aquileia per essere sepolte solennemente il 4 novembre nel cimitero della Basilica della città. La bara fu posta su un carro ferroviario . Il treno si fermava 5 minuti in ogni stazione sul percorso fino a Roma. La reazione popolare superò di gran lunga ogni previsione, ad ogni fermata ali di folla silenziosa e commossa accoglievano la salma con lanci di fiori da parte di donne e bambini, saluti militari e benedizioni religiose e si poteva suonare ” la Canzone del Piave”. La destinazione era l’attuale stazione Roma Tiburtina. Il 4 novembre 1921 Vittorio Emanuele III, con la famiglia reale insieme a rappresentanze di madri e vedove di caduti, di grandi mutilati e di ex combattenti accolse la salma in una commossa celebrazione. Da allora la sua tomba è sempre vigilata da un picchetto d‘onore e da due fiamme eterne.
Anche dopo la seconda guerra mondiale la tomba continuò ad essere luogo di celebrazioni ufficiali e ricordo dei caduti.
In occasione del centenario di questo simbolo nazionale sono state intraprese diverse iniziative che culmineranno con la cerimonia solenne di giorno 4 novembre all’Altare della Patria, inoltre un treno storico, “il Treno dell’Eroe” ha ripercorso il tragitto di quello storico-tragico viaggio di 100 anni fa ed è arrivato nella capitale giorno 2 novembre.
DEGNO FIGLIO DI UNA STIRPE PRODE E DI UNA MILLENNARIA
CIVILTA’, RESISTETTE INFLESSIBILE NELLE TRINCEE PIU’ CONTESE,
PRODIGO’ IL CORAGGIO NELLE PIU’ CRUENTE BATTAGLIE
E CADDE COMBATTENDO SENZ’ALTRO PREMIO SPERARE
CHE LA VITTORIA E LA GRANDEZZA DELLA PATRIA.

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