Cultura - Giugno 3, 2021
San Vito around the world!
Le fonti documentarie più antiche che riportano il nome di San Vito, risalgono al V secolo D.C. ed in particolar modo il Sacramentarium Gelasianum (raccolta di formule utilizzate nelle celebrazioni Eucaristiche) lo menziona per primo. Scritto da Papa Gelasio era formato da tre testi ed uno di loro era un vero e proprio calendario delle […]
Di Francesca Calí

Le fonti documentarie più antiche che riportano il nome di San Vito, risalgono al V secolo D.C. ed in particolar modo il Sacramentarium Gelasianum (raccolta di formule utilizzate nelle celebrazioni Eucaristiche) lo menziona per primo. Scritto da Papa Gelasio era formato da tre testi ed uno di loro era un vero e proprio calendario delle messe previste per ciascun santo. Ma è il Martirologium Geronimianum che consacra San Vito come martire di origine italiana. Infatti, proprio il 15 giugno si legge: In Lucania Viti.
Lo stesso giorno vengono menzionati i santi Modesto e Crescenza ed un’altra indicazione geografica: la Sicilia. Ma allora perché il culto di San Vito è così diffuso nel mondo? Perché è tra i santi che hanno più patronati con i suoi 34 paesi? Probabilmente ciò è dovuto alle numerose situazioni in cui viene invocato.
Sotto la sua protezione sono posti morbi come l’epilessia, l’isteria, la rabbia, la còrea (o ballo di San Vito), il colera. Fin dal medioevo, è protettore dei ballerini, degli attori, degli osti, dei minatori, dei fabbricatori di pentole e dei fabbri. Si deve la diffusione del suo culto, in epoca medievale, ai commercianti lucani che giravano l’Europa, narrandone le vicende
Oggi, San Vito viene festeggiato in numerose città d’oltreoceano, grazie alle numerose congregazioni sanvitesi che emigrati italiani, hanno fondato nel mondo a partire dai primi anni del 1900. Il culto si diffuse anche grazie ai soldati che dopo la Grande Guerra rientrarono in patria raccontando la storia del santo bambino.
(fonte Il libro di San Vito, Dario Ianneci, edizioni Ofanto)
Francesca Calì
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