Satira - Dicembre 13, 2021
Cronache di Mascalcia /4 :”Edamus, bibamus, gaudeamus.”
Ad illo tempore, ogni Feudatario unitamente alla sua progenie eletta, quindi i Gran Figli di Grandissimi Feudatari, appartenevano ad una casa araldica a cui avevano giurato onore e fedeltà. Quando il Feudatario veniva eletto, Egli era riconoscibile perché era stato eletto nella sua casa araldica di appartenenza. Egli era rappresentante di quella casa araldica. Così […]
Di mascaluciadoc@virgilio.it

Ad illo tempore, ogni Feudatario unitamente alla sua progenie eletta, quindi i Gran Figli di Grandissimi Feudatari, appartenevano ad una casa araldica a cui avevano giurato onore e fedeltà.
Quando il Feudatario veniva eletto, Egli era riconoscibile perché era stato eletto nella sua casa araldica di appartenenza.
Egli era rappresentante di quella casa araldica.
Così funzionava il sistema feudale.
C’erano case araldiche che appoggiavano Re Enzu’ e case araldiche che gli si opponevano.
Poi accadde il fattaccio.
Alcuni Grandissimi Figli di Grandissimi Feudatari preferirono tradire la casa araldica in cui erano stati eletti per passare a case araldiche dapprima ostili e che avevano osteggiato durante la loro ascesa al potere, poi improvvisamente divenute amiche.
Tanti li applaudirono, si complimentarono ed essi dissero che lo avevano fatto perché nella nuova casa araldica avrebbero potuto “servire” meglio il popolo.
Oh li Gran Figli di Grandissimi Feudatari….!Oh li gran ‘mprusaturi !
Quando tu cambi casacca di casa araldica, non lo fai per servizio al popolo, ma per servizio al tuo gruzzoletto che porti appeso alla cinta.
Oh li gran minchiatuni propinate al popolo ignorante e rozzo che non comprende una beata Verga.
Fu dapprima il Fratacchione Tuck dell’Alto Monte che dopo aver bussato nottetempo e di nascosto a diverse case araldiche specie l’eccellente casa araldica dedicata a San Martino , preferì accasarsi con i Fratelli e Sorelle della Buona Pipistrellaia che non esistevano come casa araldica , ma che erano improvvisamente spuntati dal nulla, come un fungo dopo una pioggia settembrina.
Fu seguito a ruota da Messer Frescobaldo del Marchese il quale era conosciuto da tutti per la grande “eloquentia” comprensibile solo a pochi fortunati eletti.
Egli non disse nulla, ma si ritrovò miracolosamente unito in matrimonio con la principessina Sissi della Vongola Verace la quale si era accasata a sua volta con la divina casa araldica dell’Arcoriano Silvio I°, papa emerito in quel di Milano.
Ma lo scrivente non nutre alcun dubbio che altri Grandissimi Figli di Grandi Feudatari abbandoneranno le case araldiche di appartenenza per andare a servire nuovi padroni.
Ed intanto Re Enzù, a bordo della sua navicella, navigava a vista in acque perigliose e tempestose e che non lasciavano intravedere un approdo sicuro, ma più razionalmente un imminente naufragio.
E quando la navicella affonda, i topi scappano, eccome se scappano.
Questi furono i fatti che occorsero e che ho riportato testualmente e fedelmente , affinché le future generazioni ne avessero contezza ed evidenza , distinguendo i “falsi profeti” ed allontanando le loro indubbie qualità da sporchi giochi di potere di case araldiche.
Ma essi non capiranno e se capiranno, faranno finta di non capire perché le loro menti saranno ottenebrate da false promesse e facili lusinghe.
Essi non conoscono la Storia di Mascalcìa, essi non sanno che la Storia si ripete all’infinito e saranno stolti se si conformeranno a tale iniquo andazzo.
Comprenderanno le loro negligenze e la loro ottusità solamente a disastro avvenuto, quando un giorno, dopo essere stati usati e manipolati, avranno coscienza della loro stupidità e proferiranno anche loro la fatidica frase:”
Quantu fui bbbbbestiaaaa!”.
L’Abate Pietà.
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