Studi e ricerche - Ottobre 25, 2017
Matteo Viscuso
Pittore. Nasce a Catania il 9 ottobre del 1931. All’età di 23 anni completa gli studi artistici a Venezia, con i maestri Cadorin, Marabini e Rambelli. Dopo il lungo periodo veneziano si trasferisce prima a Palermo e poi a Roma dove ha modo di farsi conoscere da critici e galleristi. Nel 1970 ritorna in Sicilia, […]
Di Giulio Pappa

Pittore. Nasce a Catania il 9 ottobre del 1931. All’età di 23 anni completa gli studi artistici a Venezia, con i maestri Cadorin, Marabini e Rambelli. Dopo il lungo periodo veneziano si trasferisce prima a Palermo e poi a Roma dove ha modo di farsi conoscere da critici e galleristi. Nel 1970 ritorna in Sicilia, si stabilisci definitivamente a Mascalucia dove sceglie di vivere e dipingere come gli antichi maestri di bottega. Nel 1975 infatti apre il suo studio galleria “La Fenice” che diventa per Mascalucia un centro culturale dove vi si incontrano quotidianamente letterati ed artisti etnei. Da questo momento ciò che ispira i suoi quadri sono i paesaggi siciliani, le marine, ma soprattutto le magiche atmosfere dei boschi dell’Etna. Nel 1977, per i suoi meriti artistici, l’Accademia Tiberina di Roma decide di annoverarlo tra i suoi membri; nello stesso anno riceve la nomina a siocio della Legion D’Oro e diventa membro della “Organisation Int. de la Protection Civile” di Ginevra. Nel 1990, il Presidente della Repubblica gli conferisce il titolo di Cavaliere dell’Ordine della Repubblica Italiana per meriti artistici. La sua carriera artistica copre un arco di cinquant’anni attraverso il quale partecipa a mostre e rassegne a Livorno, Venezia, Milano, Siena, Amsterdam, Roma, Palermo e Catania. Vasta la sua affermazione in premi e concorsi, lusinghieri i giudizi dei critici nei suoi confronti. E’ inserito in riviste e cataloghi d’arte. Più volte la stampa ha recensito la sua arte. Sue opere si trovano in collezioni private italiane e straniere. La sua vita si spegne il 17 febbraio del 2000, dopo una lunga malattia vascolare che lo aveva reso infermo per oltre 15 anni, ma che non gli aveva impedito di continuare a disegnare e a dipingere con tenacia e passione fino al giorno della sua morte.
di Maria Grazia Sapienza Pesce
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