Studi e ricerche - Luglio 24, 2017
Villa Maria o Cirelli
Villa Maria fu costruita nei primi anni del Novecento su progetto dell’Architetto Carlo Sada e sorge su un terreno un tempo coltivato a vigneto, nel centro urbano. L’architetto creò un ambiente caratterizzato dal felice accostamento di vari elementi architettonici e di vari stili quali: moresco, arabo, egiziano e floreale. L’edificio si presenta su due elevazioni: […]
Di Giulio Pappa

Villa Maria fu costruita nei primi anni del Novecento su progetto dell’Architetto Carlo Sada e sorge su un terreno un tempo coltivato a vigneto, nel centro urbano. L’architetto creò un ambiente caratterizzato dal felice accostamento di vari elementi architettonici e di vari stili quali: moresco, arabo, egiziano e floreale.
L’edificio si presenta su due elevazioni: a piano terra si trovano il soggiorno, la cucina ed una sala da pranzo originalissima, si respira aria africana. Decorano le pareti palmizi, banani, piante esotiche, eseguite in gesso, riproducendo fedelmente le oasi sahariane. Numerosi oggetti in vetro di murano contribuiscono alla magica atmosfera; ricordo di aver visto, durante una mia visita alla villa, un grappolo d’uva, di pregevole fattura, montato su una struttura in ferro, che serviva da campanello per chiamare la servitù. La proprietaria del terreno su cui è stata edificata la villa e da cui ha preso anche il nome, era la signora Maria, moglie del cav. Salvatore Di Stefano Giuffrida, che fu sindaco di Catania.
La villa serviva come casa di villeggiatura, infatti era abitata soltanto nel periodo estivo ed autunnale, o meglio sino a San Martino, dopo il primo assaggio del vino prodotto dal loro vigneto si ritornava a Catania. Data la vastità della vigna, era stato costruito un palmento, datato 1905. Al primo piano, si accede da una meravigliosa scala marmorea, le stanze sono decorate con stucchi ed affreschi di ispirazione araba. Completa l’armoniosità della villa una torre con finestre trifore con vetrate policrome e con stucchi sopra le finestre.
di Maria Grazia Sapienza Pesce
Fonti:
MASCALUCIA TRADIZIONI, CULTURA E “COMU U SANNU SENTIRI A CHISTU?” DI MARIA GRAZIA SAPIENZA PESCE E VITO BRUNO, 2006.
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