Storie di Mascalucia - Maggio 29, 2019
Storie di Mascalucia : Vito Marchese, il Mastro di Vara.
Il Mascalucioto DOC identifica ed identificherà sempre il MASTRO DI VARA di San Vito con la figura di Vito Marchese. E’ assolutamente impossibile scindere questo binomio di fede e di passione sanvitota durato tantissimi anni . Vito Marchese era la personificazione della Festa di San Vito, era l’incarnazione della passione e della fede messa a […]
Di Giuseppe Reina

Il Mascalucioto DOC identifica ed identificherà sempre il MASTRO DI VARA di San Vito con la figura di Vito Marchese.
E’ assolutamente impossibile scindere questo binomio di fede e di passione sanvitota durato tantissimi anni .
Vito Marchese era la personificazione della Festa di San Vito, era l’incarnazione della passione e della fede messa a disposizione del Patrono.
E’ un’immagine che resterà per sempre indelebile nei nostri occhi e nei nostri cuori, lassù sul Fercolo oppure accanto alla “magica” tendina rossa di cui tirava il filo, al momento della Svelata.
La figlia Mariella ricorda così il padre, defunto qualche tempo fa, ma soprattutto tratteggia con grande sensibilità quello che deve essere una FEDE cristiana.
Mariella lo fa con parole semplici, esprimendo concetti straordinari.
Ecco perchè ho deciso di farvi leggere le sue belle parole.
“Mi consta scrivere due parole. Non ti nego di essere stata particolarmente e piacevolmente sorpresa quando mi hai accennato il progetto della rivista e del tuo desiderio di avere delle foto di papà.
Questo vuol dire che ancora non è stato dimenticato, né come uomo, né come devoto e “ mastru di vara” per più di 60 anni.
Papà ha dedicato la sua vita e parte del suo tempo e lavoro, senza alcun tornaconto anzi tutt’altro, a Vito e alla vara.
Già mesi prima delle feste si metteva in fermento per migliorare, ristrutturare e sistemare la vara e ciò di cui c’era bisogno.
Lo faceva con profonda dedizione.
LUI era felicissimo di parlare di San Vito e a volte era un fiume in piena a
raccontare tante vicissitudini, aneddoti, di situazioni e di persone che giravano intorno al Santo e alla festa.
Io mi sento profondamente in colpa, perché quando papà cominciava la sua esposizione io lo ascoltavo un po’ ma poi presa dalle mie cose da fare mi assentavo, pensando che avrei ancora avuto tempo per ascoltare e approfondire i suoi racconti. Ma non è stato così.
Purtroppo l’evento definitivo mi ha colta di sorpresa, togliendomi ogni possibilità di recuperare ciò che pensavo di poter posticipare.
Mi ricordo diverse cose, ma non i dettagli che Lui sapeva raccontare con dovizia di particolari.
Non si è arrivati in tempo, per questo.
Bisogna cogliere sempre il momento e non rimandare mai a domani.
Ma ti posso assicurare che era un grande uomo, marito, papà e nonno e grande DEVOTO.
Lui aveva con Vito, “u picciriddu” un rapporto vivo, gli parlava come se fosse veramente un suo figlio, ma non solo per chiedergli aiuto nelle difficoltà della vita, ma per trovare nelle azioni di Vito, la Luce per offrirsi a Dio e alla Madonna.
Mio papà non usava parole forbite e altisonanti, ma nella sua semplicità aveva capito tante cose e a modo suo ce Le ha trasmesse.
Lui non si alimentava solo di Vito, ma Vito gli è servito per essere vicino a
Gesù e alla Madonna che pregava ogni pomeriggio con la recita del Santo Rosario.
Spesso quando un santo diventa il patrono del paese, diventa forse più onorato di Dio, ne nasce un culto, un culto che ci appartene, ci identifica, ci rappresenta, che fa parte delle nostre tradizioni, fa parte di noi ma che può comportare il pericolo che la festa a Lui dedicata si compia non solo per tradizione, ma anche per prestigio sociale e non per un miglioramento di se stessi , per arrivare a Dio attraverso la vita, gli atti del Santo che si prega.
Se la gloria di Dio che risplende nei Santi non eleva i fedeli ad avvicinarsi a DIO, a vivere in Dio, allora la venerazione dei Santi è solamente apparenza e si spoglia di ogni significato.
L’amore nei confronti di San Vito deve aiutare i fedeli nel proprio cammino di fede.
Questo è ciò che ci ha insegnato mio padre.
Scusate se vi ho fatto perdere tempo nel leggere queste mie parole ma era un atto dovuto nei confronti di un uomo semplice ma saggio.
Grazie papà.
Ciao Mariella.”
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