Studi e ricerche - Luglio 9, 2017
Chiesa della Madonna Bambina
Non molto distante dalla Chiesa della Madonna del Soccorso e del Santuario di Mompileri, quasi a confine con il territorio di Belpasso, si trova una chiesetta dedicata alla Madonna Bambina. La si raggiunge attraversando una stradina in terra battuta affiancata da alti muri in pietra lavica a crudo con piante secolari di edera, l’antica “strazzalazzi”, […]
Di Giulio Pappa

Non molto distante dalla Chiesa della Madonna del Soccorso e del Santuario di Mompileri, quasi a confine con il territorio di Belpasso, si trova una chiesetta dedicata alla Madonna Bambina.
La si raggiunge attraversando una stradina in terra battuta affiancata da alti muri in pietra lavica a crudo con piante secolari di edera, l’antica “strazzalazzi”, ovvero uno di quei viottoli percorsi dal mulo con le bisacce che strofinavano sulle appuntite pietre laviche che “stracciavano i sacchi di iuta”.
Costruita tutta in pietra lavica di architettura alquanto rurale, assomiglia più ad una casa che ad una Chiesa; ha una porta centrale di dimensioni normali e sulla parete laterale destra vi è, in alto, una finestra. Una rudimentale torre campanaria sul prospetto principale addossata alla parete della Chiesetta.
Si può ammirare, sull’altare principale, un bellissimo affresco raffigurante Sant’Anna, subito dopo il parto, con la Madonna Bambina e San Gioacchino. Sulla parete laterale sinistra, sopra l’altare minore, un affresco miracoloso raffigurante Maria Santissima Liberatrice dal fuoco materiale (la lava ed il terremoto) e dal fuoco spirituale. La Madonna dal volto dolcissimo, ornata da una corona dorata, tiene col braccio sinistro il piccolo Gesù e con la mano destra tende un nastro azzurro al quale si aggrappa un bambino per salvarlo dalle fiamme. La Beata Vergine Maria è raffigurata su una nuvola che sovrasta un paese (si pensa l’antico Mompileri) in fiamme e gente in processione.
La maestra Concettina Tenerelli Pavia nel lontano 1928 nel suo scritto “Monografia storica di Mascalucia” così si pronunciava su questa chiesetta: “premesso il ricordo di questa Chiesa, non è da omettere un prodigioso avvenimento, ricordato da non interrotta tradizione e da una iscrizione che leggesi sotto l’immagine della Madre di Dio, dipinta sul muro interno della Chiesa. Narra la tradizione che pochi giorni innanzi al funesto terremoto del 1693, che devastò Catania, la predetta immagine emise un abbondante sudore e sgorgarono lagrime dagli occhi della Beata Vergine, forieri dell’inaudito cataclisma. A solenne ricordo di siffatto avvenimento si legge quanto segue: In sudore vultus mei, hanc patriam liberavi, ab ingenti terremotu anni 1693”
Il pavimento è in mattonelle di cotto, il tetto a capanna, visibili sono i “canonizzi” e le travi di legno che sostengono il tetto di tegole. Questa chiesa rappresentava e rappresenta ancor oggi il punto di raccolta di molte mamme che pregano Sant’Anna e la Vergine Bambina per tutti i loro figli; infatti è tradizione giungere in pellegrinaggio in questa Chiesetta ed offrire, in particolare, le figlie sotto lo sguardo protettivo della Beata Vergine Maria .
Ogni anno l’8 settembre viene celebrata la Sua festa con cerimonie religiose.
di Maria Grazia Sapienza Pesce
Fonti:
MASCALUCIA TRADIZIONI, CULTURA E “COMU U SANNU SENTIRI A CHISTU?” DI MARIA GRAZIA SAPIENZA PESCE E VITO BRUNO, 2006.
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